Cornetto rosso portafortuna e bingo: quando la tradizione incontra la scaramanzia
di tombola.it
lunedì 12th aprile
Scopri con noi la storia del mitico cornetto rosso e come utilizzarlo al meglio per attirare la fortuna!
I portafortuna sono tantissimi: quadrifogli, santini, coccinelle, zampe di coniglio, ferri di cavallo, chiodi arrugginiti, collanine, crocefissi, foto di nipoti o di parenti. Ma il più amato è sicuramente il cornetto rosso. Uno dei simboli di Napoli e della sua superstizione, stiamo parlando del tipico corno napoletano. Lo si può trovare praticamente ovunque: nei negozi, per strada, sulle bancarelle, stampato sulle magliette, sulle tazze e sui muri.
Ma qual è il suo vero significato e perché è diventato il simbolo di un intero popolo riconoscibile in tutto il mondo? È di sicuro uno degli amuleti più conosciuti. Il corno è rosso, curvo e rigido, ha la forma di un peperoncino: c’è chi lo appende dentro casa, chi fuori dalla porta e chi lo tiene appeso a una collanina o a un braccialetto. È diventato uno dei gadget più in voga, ma vi siete mai chiesti da dove derivi questa antico simbolo? Scopriamo insieme tante curiositá, tieniti pronto a viaggiare nella storia e scoprire come utilizzarlo correttamente per attirare la fortuna!
Il Corno Napoletano: la storia
La storia più antica
La storia del corno napoletano ha origini molto antiche. A livello simbolico, la cultura partenopea non è l’unica ad avere adottato questo particolare oggetto: infatti, ne possiamo trovare traccia nella cultura sumera, cinese e addirittura in quella sciamanica siberiana. L’origine del significato di portafortuna è da attribuire, più o meno, al 3500 a.C. Ai tempi del Neolitico si riteneva che le corna degli animali fossero un simbolo della forza fisica, ma soprattutto portatrici di buona sorte. Infatti spesso si appendevano fuori dalle caverne le corna degli animali uccisi. Questo perché la forza di un animale si misurava in base alla lunghezza delle sue corna. Inoltre esistono tante raffigurazioni di personaggi storici che indossavano elmi con le corna in occasione di eventi importanti, come nelle battaglie, come Alessandro Magno, Mosè o i faraoni d’Egitto.
L’epoca romana
Durante l’epoca romana il corno si trasforma. Il corno napoletano è stato spesso associato dagli storici alla potenza sessuale: rappresenterebbe infatti il fallo di Priapo (Dio della Prosperità), ritenuto dai greci il protettore dalla cattiva sorte. I ritrovamenti di oggetti del genere negli scavi di Pompei ed Ercolano, ne sono una chiara testimonianza.
A Napoli c’è stata un’epoca in cui vivevano in città alcune comunità egiziane (vedi “la statua del Dio Nilo“, in Largo Corpo di Napoli) e grazie a loro sappiamo dell’ antica usanza di offrire dei corni come voto alla Dea Iside, affinchè assistesse gli animali nella procreazione. Poi c’è un altro mito intorno al corno napoletano; la mitologia collega il corno portafortuna alla figura di Amaltea, nutrice di Zeus. Amaltea fu la capra che allattò il futuro re dell’Olimpo sul monte Ida, a Creta. Diventato re degli dei, Zeus, in segno di ringraziamento, diede un potere magico alle sue corna: il possessore poteva ottenere tutto ciò che desiderava. Da qui la leggenda del “corno dell’abbondanza“, detto anche Corno di Amaltea.
Il medioevo
Per arrivare al corno come lo conosciamo oggi, bisogna però aspettare il Medioevo. In questi anni in Europa si diffonde la convinzione che l’amuleto sia di buon augurio, e a Napoli si inizia a produrne uno più tradizionale. Il materiale scelto era il corallo, che di per sé è ritenuto magico perché in grado di scacciare il malocchio. Il colore rosso, poi, si credeva di buon auspicio per il suo legame con sangue e fuoco, simboli della potenza e della vita ma in realtà ha un doppio significato nascosto: esso, infatti, simbolizzava la vittoria sui nemici in battaglia. Era anche utilizzato in altri paesi come Cina e Giappone, dove era simbolo di buon auspicio.
Le regole per utilizzare al meglio il cornetto e attirare la fortuna
Ci sono alcune “regole” da rispettare per fare in modo che l’oggetto “funzioni” come portafortuna o protezione contro la cattiva sorte. Per prima cosa, il corno napoletano, deve essere fabbricato a mano e deve essere di colore rosso. Fatto a mano per fare in modo che l’artigiano che lo fabbrica, rilasci le sue “energie positive” sull’oggetto creato. Rosso perché rosso è il colore del sangue, quindi della vita stessa, ma la regola principale è che non ci si può autoregalare un corno napoletano! Per fare in modo che l’oggetto funzioni, quest’ultimo deve essere ricevuto in dono, sempre e comunque! Uno volta ricevuto in dono il giusto curniciello, questo va attivato in modo molto semplice. Se regali un corno napoletano portafortuna a qualcuno, assicurati di pungergli con la punta del corno il palmo aperto della mano sinistra. Se invece ne ricevi uno in regalo, accertati che sia fatto lo stesso a te.
E cosa fare se la se la punta del corno si rompe? Non temere. Se la punta si rompe vuol dire che il cornetto ha semplicemente svolto la sua funzione, accumulando tutte le energie negative nella sua punta. Una volta colma, la punta si rompe, è normale. Solo così potrà avere i suoi effetti benefici e scacciare il malocchio e avere il potere scaramantico, che si associa a questo simbolo. Quando lo regali, ricordati di dire la seguente frase:
“San Gennaro, san Girolamo, san Crispino, san Giustino usa il mio cornetto, dagli fuoco, dagli vento. San Gennaro, san Girolamo, usa il mio cornetto. San Crispino, san Giustino, fammi vincere il quattrino. Sant’Eufemia, sant’Assunta, non tremate nell’aggiunta. Nel borsello il mio quattrino, il cornetto al santino”.
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Ora che sai come utilizzarlo al meglio, siamo curiosi di sapere se ti porterá fortuna!
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